Jane Zhang At Last … l’anima soul di Jane

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Ben ritrovati ragazzi,
come abbiamo potuto ascoltare in più occasioni, non ultima quella dell’intervista rilasciata il 23 maggio 2017 a New York presso la sede di Billboard (qui la versione tradotta da me in italiano), Jane ama ricordare ai propri fan il suo divertimento nell’esplorare nuovi stili di musica e che dunque lei non ha un proprio stile in particolare, semplicemente canta quello che le piace e sperimenta costantemente nuovi modi di fare musica.
E’ questa la motivazione che ha spinto Jane ad interpretare il brano R&B/Soul di cui vi parlo oggi: “At Last”.

Jane Zhang At Last (Listen To Jane Z Live - 2012)

Jane Zhang: At Last (Listen To Jane Z Live – 2012)

Un po’ di storia

La canzone fu scritta nel 1941 da Mack Gordon e Harry Warren per la colonna sonora del film “Orchestra Wives” con George Montgomery e Ann Rutherford nel quale fu interpretata da Glenn Miller e la sua orchestra. Il pezzo ebbe grandissimo successo e raggiunse la posizione n.14 nella Billboard Hot 100 nell’anno successivo.

Quando un brano è bello qualunque artista vorrebbe interpretarlo ed infatti “At Last” è stato oggetto di cover da parte di tanti cantanti, talmente tanti che sarebbe assurdo elencarli tutti. Mi limito a ricordarne qualcuno: Ella Fitzgerald, Céline Dion, Aretha Franklin, Christina Aguilera, Norah Jones, Stevie Wonder, Cyndi Lauper, Beyoncé.

“At Last” viene però fondamentalmente ricordata per essere il cavallo di battaglia di Etta James che la incise nel 1961 aumentando così enormemente la popolarità di questo brano al punto tale che la sua incisione è entrata nel 1999 nella GRAMMY Hall Of Fame.

Jane Zhang At Last

Io ho riascoltato di recente le versioni di tutti gli artisti che vi ho elencato e quello che segue è il mio giudizio personale su queste magistrali interpretazioni e poi su quella di Jane.

Diciamo che a mio modo di vedere la versione di Celiné Dion risulta troppo melodica, quella di Ella Fitzgerald troppo poco R&B, Aretha Franklin un po’ troppo tendente al Jazz e che dunque si discosta molto dalla partitura originale, infine l’interpretazione di Christina Aguilera è eccezionale ma farcita di troppi virtuosismi. Avessi dovuto mettere sul podio una cover avrei scelto sicuramente quella di Beyoncé: quasi perfetta.

Poi le mie orecchie si “orientano” verso Jane e la sua “At Last”. Il mio giudizio ? E’ presto detto: note pulite, controllo assoluto della voce, forte intensità interpretativa, precisione estrema, nessuna esagerazione sui vocalizzi, bassi giusti e voce di testa ineguagliabilmente soul, un invidiabile controllo del respiro ed un timbro vocale pieno di passione che rende onore alla versione di Etta James che portò al successo questo brano.

Ok, penso si sia capito: quella di Jane Zhang è secondo il mio modesto (e solo apparentemente di parte) giudizio la migliore cover mai realizzata nella storia del brano e rivela tutto il lato R&B/Soul della Dolphin Princess.

Il filmato che vi propongo qui è la registrazione ufficiale del pezzo durante la sessione di “Listen to Jane Z LIVE” del 2012. Da questa registrazione fu pubblicato il 4 giugno del 2012 il primo album dal vivo di Jane Zhang. Avremo modo in seguito di trattare approfondimenti su questo album/DVD, e sul suo making of.

Qui invece Jane canta lo stesso brano durante il concerto a Shenzhen del novembre 2012: da non perdere quello che riesce a fare con la propria voce, soprattutto verso la fine del pezzo.

Degna di nota è anche l’interpretazione che Jane ha fornito il 2 settembre 2014 per l’apertura della cerimonia di premiazione del 38° Festival Internazionale del Cinema di Montreal in Canada per il quale Jane era uno dei 6 componenti della giuria presieduta dal famoso attore e regista italiano Sergio Castellitto.

Non poteva mancare infine la versione originale di Etta James che ha sempre il suo fascino. A seguire una breve biografia della famosa cantante californiana.

Etta James

Etta James, il cui vero nome è Jamesetta Hawkins, nasce il 25 gennaio del 1938 a Los Angeles da madre afro-americana e padre bianco, immigrato.

Cresciuta con diversi genitori affidatari, anche a causa della vita sregolata della madre, a cinque anni inizia a studiare canto grazie a James Earle Hines, direttore musicale del coro Echoes of Eden, alla chiesa di San Paolo Battista, a sud di Los Angeles.

Nel 1950 la madre affidataria, Mama Lu, muore, e Jamesetta viene trasferita dalla madre biologica al Fillmore District, a San Francisco.
Nel giro di un paio di anni la ragazza forma una girlband, le Creolettes, composta da adolescenti mulatte. Etta decide di falsificare la firma della madre quando le viene proposto un contratto per incidere il primo singolo con le “Creolettes”, in quanto essendo minorenne le sarebbe stata necessaria l’autorizzazione della madre che però era in carcere.

Grazie all’incontro con il musicista Johnny Otis, le Creolettes cambiano nome, diventando le Peaches, mentre Jamesetta diventa Etta James.

Nei primi mesi del 1955 la giovane, appena diciassettenne, incide “Dance with me, Henry” che raggiunge il primo posto nella classifica Hot Rhythm & Blues Tracks, e così il gruppo delle Peaches ottiene la possibilità di aprire i concerti di Little Richard in occasione del suo tour negli Stati Uniti.

In questo periodo non esistono tutele per gli artisti per cui lei e le sue due colleghe si vedono letteralmente rubare molte canzoni da una giovane cantante bianca, Georgia Gibbs.
Etta si trova così costretta a vivere momenti di grande sconforto già in giovane età; cerca rifugio nella droga e nell’alcool, frequenta uomini violenti ed autoritari.

La fortuna inizia a girare quando si ritrova a New York a dividere il palco di uno show televisivo con la sua grande fonte di ispirazione: Billie Holiday. E’ proprio in questo show che conosce Leonard Chess ed entra a far parte della sua casa discografica, la Chess Records.

Il suo disco di debutto, intitolato “At last!”, viene pubblicato nel 1960, e viene apprezzato per il suo spaziare dal jazz al blues, con echi di rhythm and blues e doo-wop.
L’album include, tra l’altro, “I just want to make love to you”, destinato a diventare un classico, ma anche “A Sunday kind of love”.
Nel 1961 Etta James incide quella che diventerà la sua canzone iconica, “At last”, che arriva al secondo posto nella classifica rhythm and blues e nella top 50 della Billboard Hot 100.
Benché il brano non conquisti il successo atteso, diventerà – a sua volta – un classico noto in tutto il mondo.

Etta pubblica, in seguito, “Trust in me”, per poi tornare in sala di registrazione per il suo secondo album in studio, “The second time around”, che va nella stessa direzione – musicalmente parlando – del primo disco, seguendo tracce pop e jazz.

La carriera di Etta James conosce il boom negli anni Sessanta, per poi lentamente declinare nel decennio successivo.

A inizio anni settanta, Etta si trova ad affrontare uno dei periodi più difficili della sua vita, il programma di riabilitazione dalla dipendenza verso la droga, scelta forzata per evitare la prigione, che la porterà alla permanenza in ospedale psichiatrico per 17 mesi.

La sua storia è stata raccontata nel film del 2008, “Cadillac Records” nel quale il ruolo di Etta è affidato a Beyoncé.

At Last (lyrics)

At last
My love has come along
My lonely days are over
And life is like a song
Oh yeah yeah
At last
The skies above are blue
My heart was wrapped up in clover
The night I looked at you
I found a dream, that I could speak to
A dream that I can call my own
I found a thrill to press my cheek to
A thrill that I have never known
Oh yeah yeah
You smiled, you smiled
Oh and then the spell was cast
And here we are in heaven
for you are mine…
At Last

Copyright immagini Show City Time Production.

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