Dust My Shoulders Off non vince ai Golden Melody Awards 2017: la polemica

Il 24 giugno alla Taipei Arena di Taiwan si è svolta la cerimonia di premiazione dei Golden Melody Awards 2017, l’equivalente dei Grammy Awards per l’Asia.

Il video della canzone “Dust My Shoulders Off” di Jane Zang era in nomination come “Best Music Video” insieme ad altri 5.

Le aspettative erano alte ma purtroppo non è andata come speravamo ed il vincitore è stato “Chai” (拆) dei “Chang & Lee“.

Il regista di Jane, Outerspace Leo, presente alla cerimonia di premiazione, non ha nascosto alla stampa tutto il suo disappunto riguardo la decisione della giuria ed ha addirittura scritto un “pezzo musicale” per denunciare quella che ritiene essere una grande ingiustizia legata a precisi motivi di cui parleremo tra poco.

Ecco il video della canzone di “denuncia” che riprende e stravisa di proposito scene tratte dal suo stesso MV “Dust My Shoulders Off”:

Leo si sfoga senza mezzi termini già nel titolo del pezzo, che tradotto è “La cosa più inutile qui viene definita creatività ” e ci tiene a precisare ufficialmente: “Questa canzone è per i Golden Melody Awards “.

Nel testo Leo attacca i GMA accusando la manifestazione di non aver capito nulla, di essere prevenuti nei confronti dei video commerciali,  di definire “creatività” quella che è in realtà non lo è, e nel contempo di ignorare completamente quelle che sono le idee davvero innovative. Infine consiglia ironicamente ai Golden Melody Awards di creare una nuova categoria per il “miglior video musicale patriottico”.

La reazione di Outerspace Leo potrà essere giudicata esagerata, e magari forse lo è, ma la sensibilità di un artista a volte emerge anche così.

Per comprendere meglio la polemica è però doveroso fornire alcune informazioni essenziali sulle quali farò anche qualche considerazione.

La canzone del video vincitore racconta la storia vera della persona più anziana attualmente in vita a Taiwan.

Una storia comune anche se sicuramente degna di nota, che vede una giovane ragazza vivere la crudele realtà della guerra, perdere il proprio amato ed i propri genitori, lasciare il villaggio natìo nel sud della Cina per arrivare via mare a Taiwan, e trovare accoglienza in un piccolo negozio di alimentari nel centro commerciale della ferrovia. La giovane si innamora dell’uomo che l’ha aiutata e con lui mette su famiglia. Purtroppo però il governo decide di demolire tutto il quartiere commerciale distruggendo di fatto anche la seconda casa di questa ragazza. Il tutto nel video viene raccontato tramite animazione di marionette.

Fin qui tutto bene, ma è abbastanza palese che questo video abbia vinto per una serie di motivi che nulla hanno a che vedere con creatività, innovazione, tecnica cinematografica e soprattutto originalità.

E’ opinione di Leo, ma anche mia, che le motivazioni di questa vittoria siano fondamentalmente di ordine patriottico per almeno un paio di motivi:

il primo è che il video racconta una storia di Taiwan, che ricordiamo essere un gruppo di quattro isole che costituisce uno Stato “de facto”, l’autodefinitasi “Repubblica di Cina” (RDC), la quale però non è riconosciuta né dalla Cina né dagli altri membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell’ONU e nemmeno dal Canada e dall’Unione Europea.

Il secondo motivo è che l’arte taiwanese delle marionette è una tra le più sofisticate al mondo per la finezza dei costumi tradizionali, la destrezza della gestualità, i dialoghi curati, la tradizione nella costruzione delle marionette in legno di canforo, la seta ricamata per i costumi ed i colori e le forme dai significati ben precisi.

Nella pratica queste due caratteristiche che rimandano a tematiche legate all’identità nazionale e culturale di questo paese sono ovviamente particolarmente care a qualsivoglia membro di una giuria taiwanese.

“Dust My Shoulders Off” invece è un video di taglio troppo “internazionale” sia per la lingua inglese del brano che per le opere d’arte che sono in esso rappresentate e questo sicuramente non ha giocato a suo favore nella valutazione espressa dai giurati.

Intendiamoci, “Chai” è bello ed ha una sua specifica valenza culturale, ma se paragonato proprio su questo piano al video di Jane ed alla sua genialità è destinato a perdere il confronto !  Nonostante ciò le cose sono andate così, quindi pazienza … o come dice Jane “Dust My Shoulders Off !!”.

Vi garantisco che ho riflettuto parecchio sull’opportunità di scrivere questo articolo ed infine ho deciso di farlo perché, nonostante la mia passione per Jane, quello che ho scritto e le mie opinioni personali sono genuinamente imparziali e soprattutto focalizzate su ciò che era oggetto di valutazione per la premiazione, e cioè i video e non la persona di Jane.

Vi invito a questo punto a diventare giurati e a giudicare con imparzialità entrambi i prodotti. Magari lasciate le vostre considerazioni nei commenti del post.

Qui il video vincitore (“Chai”):

Qui invece il video e il dietro le scene di “Dust My Shoulders Off” di Jane Zhang e Outerspace Leo:

Buona visione !